Parte da Santa Marizza di Varmo, dalla “mitica” Casa a Nord-Est, da un luogo che è metafora, simbolo e desiderio tangibile del ritorno, il 19° Viaggio digitale del progetto “Friuli Venezia Giulia, terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”, l’iniziativa promossa da Fondazione Pordenonelegge con la Regione Friuli Venezia Giulia e PromoTurismoFvg. L’appuntamento con “Tra pioppeti, risorgive e acacie. La Casa a Nord-Est e il Friuli di Sergio Maldini” è fissato online, domani 21 agosto, alle 10: un viaggio rinfrescante che ci guiderà lungo le rarefatte autostrade del web alla scoperta di un Friuli di sogno e d’incanto, con la guida del giornalista Alessandro Venier. Per partecipare basterà sintonizzarsi sui canali facebook e youtube di Pordenonelegge e successivamente sui canali di PromoTurismoFvg.
«Il Friuli di Sergio Maldini – spiega Venier – è fatto di paesaggi e di personaggi poetici. È un Friuli dalla realtà sospesa. Per iniziare a scoprirlo partirei proprio dalla Casa a Nord-Est a Santa Marizza di Varmo. Dal silenzio che c’è all’interno di questo giardino, inforcherei una vecchia Bianchi e inizierei a correre per le strade di questa campagna fino alle frazioni di Belgrado, di Gradiscutta; proverei a inseguire i piccoli corsi d’acqua, le risorgive fino poi ad arrivare a Sterpo a Nespoledo, a cercare i pioppeti, i gelsi, le acacie tra i campi di mais e poi forse trovare finalmente ristoro nell’acqua gelida del Tagliamento, oppure sotto il portico di una vecchia casa friulana sorseggiando un Tocai mentre fuori l’estate continua e si ascolta ancora il canto delle cicale».
Sul finire degli anni 70 Sergio Maldini, dopo la lunga stagione della sua carriera e i trascorsi romani, iniziava a immaginare di acquistare un rustico nel suo Friuli, e avviava la ristrutturazione della casa di Santa Marizza. Parallelamente iniziava anche la stesura di quel suo grande romanzo, “La Casa a Nord-Est”, uscito nel 1994 per Marsilio e vincitore del Premio Campiello. «Due facce di una stessa medaglia, di una stessa metafora – spiega ancora Venier – Riflessioni sull’antitesi tra mondo contadino e realtà urbana, tra il caos della metropoli e la solitudine della Bassa friulana, tra Varmo e tra Roma, tra il vivere la città e abitare invece la campagna. “La Casa a Nord-Est” ebbe grandissimo successo, dopo la carriera da giornalista, il premio Hemingway e il primo romanzo di Maldini. Il periodo udinese dell’imprinting giovanile sarà determinante per poi convincerlo a scegliere di tornare in Friuli Venezia Giulia negli ultimi anni. Un desiderio del ritorno, alimentato anche da un disagio, quello della Capitale, dove Maldini lavorò e visse per tanto tempo. A Santa Marizza di Varmo realtà e narrazione iniziarono a correre sullo stesso binario: da un lato il lavoro assieme all’architetto Maria Antonietta Cester Toso, dall’altro l’inizio della creazione del romanzo che lo porterà a vincere il Campiello qualche anno più tardi. Un doppio binario dunque in cui il Friuli è “l’assoluto, il luogo elettivo, la passione nel cuore”, e allo stesso modo, è sogno e per questo”se non fosse strano non sarebbe tale”. Consapevoli di questo tempo sospeso, potremmo scoprire anche noi un Friuli di strade secondarie, di deviazioni…».
Casa a Nord-Est e Tagliamento.
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In copertina, lo scrittore Sergio Maldini nella sua dimora a Santa Marizza di Varmo.